mercoledì 6 febbraio 2013

Una storia da leggere



Qualche tempo fa avevamo segnalato "La buona battaglia", un bel libro scritto da Susanna Bo. Ieri ho finito di leggerlo e merita assolutamente un commento. Ne parlo con grande rispetto e un po' disagio, quel disagio delle persone che la morte nella propria vita l'hanno vista di striscio in un parente anziano o al massimo nel padre di un amico, e non può quindi dire di saperne veramente qualcosa.
Non è un libro facile, anche se l'ironia con cui è scritto lo rende assolutamente godibile e quasi leggero. Non è facile perché ti costringe a guardare in un punto in cui nessuno, men che mai un marito 34enne come me vorrebbe guardare: la morte prematura del proprio coniuge, della persona con cui sei chiamato ad essere una sola carne. Perché sotto sotto ognuno di noi (almeno io lo faccio) pensa o spera di morire prima di lei, vecchissimo e possibilmente nel proprio letto.
E' un libro che ti mette addosso una santa inquietudine, perché il passaggio di Dio nella vita di una persona (in questo caso due) non può lasciare indifferenti: ti mette di fronte, anche solo leggendolo, a qualcosa che ti supera e ti ridimensiona. Grande merito dell'autrice è sicuramente di non risparmiarsi nulla: le proprie crisi con la Fede, i momenti bui del matrimonio, le incertezze e i dubbi, tutto viene descritto con grande franchezza e sono preziosissimi per chi, come me, la sua buona battaglia l'ha appena cominciata. Io non so dove il Signore mi porterà, per quali sentieri e attraverso quali battaglie, ma so cosa desidero: morire felice come Chiara Corbella e provare la "gioia di risurrezione" di cui parla Susanna Bo al funerale di una persona che amo.

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